Bruxelles, Belgio – 27 febbraio 2024 – In un periodo di continua tensione tra interessi aziendali e responsabilità democratica, il Parlamento europeo ha bandito i lobbisti di Amazon in seguito al loro ripetuto rifiuto di rispondere alle preoccupazioni sollevate dai legislatori sulle condizioni di lavoro nei magazzini dell’azienda.
Nei giorni precedenti il presidente della commissione per l’occupazione e gli affari sociali Dragoș Pîslaru aveva scritto alla Presidente del Parlamento Roberta Metsola chiedendo il ritiro dei tesserini da lobbista di Amazon. Inoltre, le organizzazioni della società civile avevano sollecitato il Parlamento ad agire a causa dell’ostruzione percepita da Amazon al controllo.
Olivier Roethig, segretario regionale di UNI Europa: "Ieri, Amazon è stata bannata dal Parlamento Europeo. È una grande vittoria per i lavoratori e i sindacati.
Il comportamento anti-democratico di Amazon non sarà tollerato".Il divieto sottolinea la crescente richiesta di trasparenza nelle attività di lobbying. Legislatori e cittadini chiedono norme più severe per garantire che le aziende siano ritenute responsabili delle loro azioni. Nel caso in cui la posizione assertiva del Parlamento indichi un potenziale cambiamento nelle dinamiche di potere, le aziende potrebbero essere costrette ad adottare un approccio più cooperativo, impegnandosi in un dialogo aperto su questioni di interesse pubblico e rispondendo alle preoccupazioni sollevate dai funzionari eletti. Nel settore tecnologico, in particolare, potrebbe subire una maggiore pressione per affrontare le preoccupazioni sulla privacy dei dati, sui diritti dei lavoratori e sul potenziale uso improprio della tecnologia.
Amazon non ha rilasciato una dichiarazione ufficiale in merito al divieto. Tuttavia, le notizie suggeriscono che l’azienda sta cercando di ricucire i rapporti con il Parlamento e potrebbe essere disposta a impegnarsi in discussioni future su questioni di lavoro.