“Marta” è una professionista di 42 anni che lavora come consulente informatico in regime forfettario con gestione separata, si trova ad affrontare una beffa burocratica. Affetta da una grave patologia che le ha causato una invalidità superiore al 74%, Marta avrebbe diritto all’assegno di invalidità civile. Tuttavia, il limite di reddito stabilito a 5.725,25 euro lordi annui, la esclude dal beneficio, nonostante le sue difficoltà economiche.

Un lavoro precario e un reddito incerto:

Marta, come tanti altri professionisti in regime forfettario, ha un reddito variabile e incerto. Le sue entrate mensili variano a seconda dei progetti che riesce a portare a termine. Un reddito che, seppur non elevato, le permette di far fronte alle spese quotidiane, ma purtroppo deve fare i conti con la riduzione della capacità lavorativa dovuta alla malattia e quindi come tanti Invalidi parziali a giorni si e giorni no.

La beffa del limite di reddito:

Tuttavia, il limite di reddito per l’assegno di invalidità civile, fissato a 5.725,25 euro lordi annui, rappresenta un ostacolo insormontabile per Marta. Seppur il suo reddito netto, considerando le spese detraibili e le ritenute fiscali, si aggira intorno ai 3.500 euro annui, l’INPS, come stabilito dal Messaggio n. 2705 del 18 luglio 2023, considera il reddito lordo ai fini del calcolo del limite.

Calcoli impietosi: un’analisi approfondita

Reddito mensile netto:

Ripercorriamo i calcoli per ottenere il reddito mensile netto di Marta, considerando il limite di reddito lordo di 5.725,25 euro annui:

1. Calcolo delle detrazioni:

Previdenza: 5.725,25 € * 25,72% = 1.470,22 €

IRPEF: (5.725,25 € – 1.470,22 €) * 5% = 212,90 €

Reddito imponibile:

5.725,25 € – 1.470,22 € – 212,90 € = 4.042,13 €

2. Reddito mensile netto:

4.042,13 € / 13 mensilità = 310,93 €

Paga oraria “riconosciuta”:

Per ottenere la paga oraria “riconosciuta” dallo Stato, ipotizziamo un’organizzazione lavorativa standard:

Ore lavorative settimanali: 40 ore (8 ore al giorno per 5 giorni)

Ore lavorative mensili: 40 ore/settimana * 4 settimane/mese = 160 ore

Paga oraria lorda “riconosciuta”:

310,93 €/mese / 160 ore/mese = 1,95 €/ora

Confronto con il minimo salariale:

Il minimo salariale lordo per il settore del commercio e dei servizi in Italia, a partire da luglio 2024, è pari a 7,20 €/ora.

La paga oraria “riconosciuta” a Marta risulta essere ben inferiore al minimo salariale previsto dalla legge, evidenziando la disparità e l’inadeguatezza del sistema attuale.

Un sistema che discrimina:

La situazione di Marta è emblematica di un sistema che discrimina i lavoratori autonomi e i professionisti in regime forfettario. Un sistema che non tiene conto della variabilità del reddito e delle difficoltà concrete che queste categorie di lavoratori si trovano ad affrontare.

Un appello al cambiamento:

È urgente rivedere i limiti di reddito per l’assegno di invalidità civile, tenendo conto del reale costo della vita e delle esigenze concrete dei cittadini con invalidità. Inoltre, è necessario semplificare le procedure burocratiche e velocizzare l’erogazione delle prestazioni, per garantire un sostegno tempestivo ed efficace a chi ne ha realmente bisogno.

La tutela delle fasce più deboli della popolazione deve essere una priorità assoluta, e non può essere relegata a un mero esercizio di burocrazia.

I calcoli rielaborati mostrano una realtà ancora più desolante per Marta e per tutti i cittadini con invalidità civile che si trovano intrappolati nella morsa del limite di reddito. Un limite che non tiene conto delle effettive entrate mensili e delle reali condizioni di lavoro, condannando queste persone a vivere in una situazione di precarietà economica e sociale inaccettabile.

Urgente un intervento concreto da parte delle istituzioni per rivedere i criteri di calcolo del limite di reddito e per garantire un sostegno dignitoso a chi ne ha realmente bisogno.

Solo attraverso un impegno congiunto di politica, amministrazione e cittadini sarà possibile costruire un sistema di welfare più equo e inclusivo.

Mulino F. M.

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